Per il raggiungimento di tale obiettivo, nel PRP 2014-2018, è stata prevista l'adozione di programmi ed accordi che consentano di sistematizzare l'attività di vigilanza, attraverso la condivisione di metodologie di controllo orientate ai settori/rischi considerati prioritari e all'efficacia preventiva, assicurando certezza e trasparenza dell’azione pubblica, anche attraverso strumenti quali l’audit e l’autovalutazione.

In considerazione di quanto sopra anche le SC PSAL liguri avvieranno in modo sinergico l’attività di assistenza (non consulenza) e di vigilanza alle imprese, per garantire trasparenza dell’azione pubblica ed una maggiore consapevolezza da parte dei datori di lavoro dei rischi e delle conseguenze dovute al mancato rispetto delle norme di sicurezza, anche, e soprattutto, attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, dai lavoratori, ai loro rappresentanti, alle associazioni, altri enti, ecc.

In quest’ottica i Piani Mirati di Prevenzione (PMP) rappresentano uno strumento in grado di rispondere alle richiesta di trasparenza, equità, uniformità e coinvolgimento attivo degli stakeholder per una crescita globale della cultura della sicurezza.

I PMP possono essere quindi considerati modelli di intervento sinergico tra i diversi soggetti istituzionali, attraverso un percorso che prevede:

  • Progettazione condivisa dell’intervento in loco e individuazione di indicatori per la verifica dell’efficacia dell’azione
  • Individuazione delle Aziende da coinvolgere nel piano e informazione su obiettivi, modalità e strumenti di supporto caratterizzanti l’intervento
  • Formazione e informazione alle varie figure aziendali su metodologie e strumenti tecnici, Incentivazioni, buone prassi organizzative e accordi di contesto utili al miglioramento delle performance in salute e sicurezza sul lavoro (SSL) in ottica gestionale
  • Monitoraggio/controllo durante il periodo dell’intervento
  • Verifica dell’efficacia dell’intervento di prevenzione
  • Piano di comunicazione e condivisione
  • Indagini di Polizia Giudiziaria per infortuni sul lavoro e per malattie professionali.

Il Piano mirato di Prevenzione definisce la modalità di controllo cosiddetto assistenziale, fermo restando l’applicazione dello strumento della repressione anche in questo contesto, se accertata una non conformità, e consente di supportare la capacità dell'azienda motivata ad adottare le misure generali di prevenzione per l'ambito di SLL.

I Piani mirati hanno il vantaggio di coinvolgere un numero più ampio di imprese, di assisterle  nell'applicazione delle linee di indirizzo regionali prodotte ed in generale di buone prassi, assicurando una maggior copertura dei controlli e una maggior efficacia dell’azione di prevenzione.

La progettazione dell’intervento mirato di prevenzione è determinato in base a:

  • eventi sentinella
  • analisi infortunistica territoriale e nazionale
  • innovazione ed applicazione normativa
  • applicazione di linee di indirizzo regionali /buone prassi.

Il Piano mirato sviluppato sul territorio da parte delle PSAL è articolato nelle seguente fasi:

  1. progettazione dell’intervento, compresa la definizione del criterio di scelta del campione di aziende
  2. condivisione nell’ambito dell’Ufficio Operativo ex art. 7 Dlgs 81/08
  3. stesura della Scheda di autovalutazione della linea di indirizzo/buona prassi oggetto del Piano
  4. informazione alle aziende da coinvolgere con nota/circolare/seminario e trasmissione della Scheda di autovalutazione (coinvolgimento del Servizio di Prevenzione e Protezione, RLS, mc)
  5. autovalutazione aziendale, con obbligo di ritorno, in un tempo congruo
  6. controlli a campione delle aziende coinvolte.

I PMP dovranno essere realizzati tenendo conto anche del raccordo con il progetto regionale sulla responsabilità sociale d’impresa (RSI), che  prevede la sensibilizzazione delle aziende affinchè si orientino verso percorsi virtuosi sui temi di salute e sicurezza sul lavoro, in particolare in settori quali i porti, edilizia e sanità oltre che agricoltura.

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