Lo studio, basato su evidenze scientifiche e linee guida internazionali, ha messo in evidenza il fatto che i marker non siano utili nella prevenzione ma debbano essere utilizzati nell'ambito strettamente oncologico per:

  • verificare la presenza o l'estensione di un tumore, prima, durante e dopo terapia
  • valutare la aggressività biologica del tumore
  • valutare la probabilità di risposta del tumore a determinati tipi di trattamento.

Le linee guida internazionali evidenziano il fatto che i marker tumorali non possano essere utilizzati a scopo diagnostico in quanto poco sensibili e poco specifici.

I marker non devono quindi essere prescritti come screening: in presenza di valori falsamente positivi, sarebbe infatti necessario eseguire ulteriori esami di approfondimento potenzialmente molto invasivi e ripetuti nel tempo. Anche i risultati negativi potrebbero risultare "dannosi" in quanto indurrebbero un senso di sicurezza che porterebbe a sottovalutare segni e sintomi.

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