L'elemento comune e universale che ha caratterizzato la medicina italiana negli ultimi 50 anni è stato certamente  l’autoreferenzialità. Fin dai tempi dell'Università i medici  si sono auto giudicati, autoassolvendosi nella stragrande maggioranza dei casi. Sia ben chiaro:  la medicina italiana era ed è  a livelli di tutto rispetto, con riconoscimento anche da parte dell'OMS, e certamente una giusta dose di autostima è alla base di un approccio sicuro e convincente nel rapporto con i pazienti e nelle scelte spesso difficili che  tutti i medici  devono quotidianamente affrontare.

Lo stesso discorso vale per l'Oncologia. Il problema è che essere autoreferente significa avere una visione unilaterale e parziale del problema, che nella maggior parte dei casi impedisce di individuare spazi di miglioramento. Il caso Di Bella ha avuto un unico merito: se da una parte ci ha confermato che  l’approccio scientifico degli oncologi italiani era ed è  metodologicamente corretto, dall'altra ci ha dimostrato concretamente che molta strada andava ancora fatta sul versante relazionale nei confronti del paziente, dei familiari e di tutti gli stakeholders in genere.

Per questi motivi  ARS  ha  organizzato  il Progetto di miglioramento organizzativo denominato Standard di Prodotto Regionale per i Centri di Oncologia e/o Ematologia della Liguria.

La finalità del progetto è ed era quella di  individuare indicatori di performances che siano scelti e condivisi dagli onco/ematologi della nostra regione: requisiti di tali indicatori devono essere la fattibilità, la significatività per l'assistenza fornita e/o per il paziente, la relativa semplicità di raccolta dei dati tale da poter essere effettuata anche in un contesto di isorisorse.

La progressiva implementazione della Rete Oncologica Ligure ROLi dovrebbe accompagnarsi ad un corrispondente miglioramento dei suddetti indicatori: i prossimi anni ci diranno se la strada imboccata è quella giusta.

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