Tradizionalmente quando si parla di amianto ci si riferisce a quello presente in edilizia o nelle centrali termiche ma altri sono stati gli impieghi di pari rilevanza: le coibentazioni e gli isolamenti delle navi.
Parlando di amianto a bordo nave il pensiero corre al seminario "Sicurezza e salute a bordo delle navi e nei porti" che si è svolto al Porto antico il 20 Giugno 2000 promosso dalla Regione Liguria e dalla conferenza dei Presidenti delle regioni. In quella circostanza fu detto che i lavoratori marittimi erano soggetti al rischio relativo all'esposizione ad amianto e che il problema della tutela della salute dei marittimi aveva trovato solo l'anno precedente con il Decreto Ministeriale 20 agosto 1999 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 249 il 22 Ottobre 2000) dignità di obiettivo da conseguire. I percorsi per conseguire questo obiettivo, individuati all'interno del Decreto, indicavano il censimento come il primo atto da compiere ed altre azioni mirate quale corollario. Obbligo di censimento per la flotta nazionale, costituita da navi registrate o immatricolate in data antecedente al 28 Aprile 1994 ed in ogni caso per le navi acquistate all'estero, per la quale l'Armatore o la Compagnia Armatoriale doveva produrre all'allora Ministero della Sanità una mappatura della presenza di amianto nelle strutture, nelle attrezzature e negli impianti di bordo.
(*) pescherecci, rimorchiatori, draghe, chiatte, pontoni La flotta nazionale che rientrava nella casistica prevista, in base ai dati RINA, era di 1770 unità di cui 1720 battenti bandiera nazionale mentre le restanti rappresentavano unità costruite anche dopo il 1994 in altri Paesi nei quali la normativa che vietava l'impiego dell'amianto non era ancora in vigore. Oggi i dati significativi da considerare sono che le navi italiane (escludendo dal conteggio la voce precedentemente definita come "altro"), comprese le nuove e di recente realizzazione, sono 1400 articolate come in tabella mentre l'età media del naviglio mondiale è di 19 anni, la metà del naviglio italiano ha meno di 10 anni ed un quarto della navi italiane ha meno di 5 anni.
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