Rischio clinico
Attività coordinate dal Dipartimento Salute, Servizio Famiglia, Minori, Giovani, Pari Opportunità, Servizio Civile
L’impegno di Regione Liguria nei confronti dei minori e delle famiglie, si riverbera, tra l’altro, in due importanti progetti volti, da un lato alla promozione del diritto dei giovani alla formazione culturale e professionale, dall’altro al continuo miglioramento dei servizi rivolti alla prima infanzia.
Nello specifico:
Progetto “Giovani protagonisti e consapevoli”
La Regione Liguria al fine di promuovere il diritto dei giovani alla formazione culturale e professionale ed all’inserimento nella vita sociale ha approvato il progetto “Giovani protagonisti e consapevoli” che si sviluppa su tre macro obiettivi strategici:
- Consolidare sul territorio le politiche giovanili
- Aumentare la disponibilità di luoghi atti all’incontro dei giovani e la diffusione di iniziative culturali mediante l’utilizzo di strumenti e modalità operative che favoriscono l’empowerment dei giovani per essere sempre più protagonisti del proprio tempo
- Sensibilizzare i giovani all’adozione di stili di vita adeguati ed a comportamenti consapevoli.
Delibera di Giunta regionale n. 1216 del 7 ottobre 2011
Accreditamento nidi d’infanzia
La Regione Liguria ha perfezionato il percorso sull’accreditamento dei nidi d’infanzia, dotandosi di un sistema di accreditamento a livello regionale per quanto attiene tale tipologia di servizio socio-educativo.
L’accreditamento dei nidi d’infanzia costituisce un ulteriore passo avanti nella direzione del miglioramento della qualità nei servizi in oggetto.
Il Distretto è la struttura operativa mediante cui l’Azienda Sanitaria Locale assicura la risposta unitaria coordinata e continuativa ai bisogni di salute della popolazione di un dato territorio.
Il distretto è titolare dello stato di salute della popolazione e assicura, attraverso i propri operatori ed in particolare attraverso i medici di medicina generale (MMG) ed i pediatri di libera scelta (PLS), i servizi di assistenza primaria relativi alle attività sanitarie e socio-sanitarie, indirizzando la propria attività verso un’efficace politica di governo della domanda e di valutazione delle prestazioni erogate alla popolazione di riferimento.
Il distretto analizza pertanto la domanda ed orienta la stessa garantendo continuità terapeutica, indipendentemente dai diversi luoghi di trattamento.
I Distretti in Liguria
L’organizzazione dei distretti in Liguria è conseguente alle Leggi Regionali n. 12/2006 e n. 41/2006 che disciplinano rispettivamente l’organizzazione dei servizi sociali e dei servizi sanitari, facendo convergere nel Distretto tutta la materia delle cure primarie e dell’integrazione sociosanitaria. La Liguria, dopo il Veneto, è l’unica Regione italiana ad aver regolamentato i Distretti Sociosanitari, superando la dicotomia Distretto Sanitario/Zona Sociale.
La Giunta regionale, con la Deliberazione n. 1662/2008 “Indirizzi alle Aziende Sanitarie per il riordino delle attività sanitarie distrettuali ai sensi dell’articolo 39 della legge regionale n. 41/2006”, ha completato le indicazioni per l’organizzazione distrettuale.
L’impostazione data alle attività distrettuali, oltre che semplificare sul piano amministrativo e programmatorio le sinergie tra il settore sanitario e quello sociale, consente oggi, e ancora di più lo farà nel futuro - quando sarà consolidata l’operatività integrata tra sistema delle Aziende sanitarie e dei Comuni - di rispondere in maniera corretta ed efficace ai bisogni complessi dei cittadini fragili (anziani, disabili, minori e persone con problemi ricorrenti di assistenza: dai malati oncologici ai portatori di patologie croniche, etc), provvedendo all’accoglienza tramite Punti Unici di Accesso e Sportelli Integrati, alla valutazione multidimensionale, ai piani di assistenza individualizzati.
La struttura organizzativa distrettuale consentirà di usare in maniera oculata anche le risorse umane e finanziarie, integrando l’offerta pubblica con quella del Terzo Settore, del privato (strutture accreditate) e del Volontariato, in modo da proporre al cittadino risposte sul piano della salute e dell’assistenza alla persona, anche in termini di supporto alla famiglia.
L’odierno sistema-salute è connotato da una tensione duale tra il mondo dell’assistenza territoriale, che trova la sua massima espressione nella figura del Medico “di famiglia”, e l’assistenza ospedaliera.
Tale contrapposizione ha resistito nel tempo ai numerosi correttivi applicati dalla legislazione dello stato; provvedimenti anche eccellenti, quale ad esempio è la Legge n. 833 del 1978, non hanno difatti saputo avvicinare la formidabile distanza tra l’appropriatezza clinica ed i più o meno espliciti meccanismi incentivanti esistenti.
Ancora oggi l’attività del Medico di Medicina Generale è premiata attraverso la prodigalità nell’organizzare le prestazioni a favore del “proprio” assistito: il meccanismo fiduciario e la quota capitaria inchiodano il medico di famiglia ad uno stile di accondiscendenza, più di quanto possa dissuadere l’occhio vigile della ASL.
Del medico ospedaliero invece si contano i numeri: il numero di posti letto o il numero di interventi effettuati.
Ad oggi, il sistema, saturo di normativa, pare difettare nella capacità di chiamare gli attori all’esercizio della responsabilità: nessuno è difatti premiato per quanto raggiunge, ma solo per quello che fa. Una metà del sistema è chiamato a convogliare prestazioni di cui non deve rispondere, l’altra metà le prestazioni le produce, ma senza reali possibilità di esercitarvi una concreta discrezionalità.
Manca la saggezza del terreno di mezzo. Quella stessa saggezza alla base di una cultura clinica nuova, differente, che privilegi l’integrazione tra ospedale e territorio e che fornisca ai professionisti gli strumenti per esercitare con discrezionalità e responsabilità la propria attività. Una cultura che l’Agenzia vuole contribuire a sviluppare e consolidare nel Servizio Sanitario Regionale.
Con il termine Patient Service si indica l’istituzione, prevista dal PSSR 2009-2011, di un Centro di Accoglienza e Servizi che deve svolgere sostanzialmente due tipologie di prestazioni:
- l’organizzazione centralizzata di tutti gli appuntamenti per esami diagnostici e terapie, che riguardano il paziente allo scopo di evitare allo stesso e ai suoi familiari prenotazioni e code, con spostamenti vari, perdite di tempo ecc.
- l’attività di accoglienza, supporto psicologico e sociale, informazione di utenti e accompagnatori circa i vari servizi offerti e la loro logistica ed organizzazione.
In sintesi con il Patient Service (PS) si vuole instaurare la “presa in carico globale del paziente neoplastico”, con un approccio a tutto campo, “a tutto tondo” direbbero i cultori di Arte, che è cosa ben diversa dal limitarsi a fornire meramente la singola prestazione richiesta e necessaria. In pratica il motto del PS potrebbe essere: “il paziente giusto nel posto giusto”.
Attualmente in Liguria è attivo il PS della Oncologia dell’Ospedale Galliera. Esistono comunque le realtà di Villa Scassi e dell’IRCCS AOU S.Martino-IST di Genova, che, pur non avendo ancora la denominazione di PS, in pratica svolgono già attività di accoglienza e servizi.
Si aggiunga che in alcune regioni, Piemonte in primis, una analoga esperienza è attiva da anni con soddisfazione degli operatori e, in particolare, degli assistiti.
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