Giovanni Pratesi, professore ordinario Chirurgia vascolare e direttore della Clinica di Chirurgia vascolare del Policlinico San Martino
Quali sono le malattie vascolari più frequenti?
Sono certamente le malattie che interessano le arterie che si localizzano in distretti periferici e quindi non coronarici: le più frequenti sono la patologia della arteria carotide che può insorgere ed essere associata allo sviluppo di insufficienza cerebrovascolare, quindi di ictus, la patologia delle arterie degli arti inferiori che può determinare una difficoltà al cammino e mettere a rischio la vitalità degli arti inferiori e quelle che riguardano la patologia della dell'aorta. Sono malattie accomunate dagli stessi fattori di rischio che si localizzano in distretti diversi dell'organismo.
Come faccio a sapere se sono tra le categorie più a rischio?
È importante sapere che ci sono fattori di rischio modificabili e non modificabili: i primi sono rappresentati da età, sesso e familiarità i secondi possono essere influenzati da abitudini e stili di vita. I soggetti di sesso maschile o di età, di età superiore a sessant’anni e, in particolare, coloro che hanno familiarità per malattie vascolari e cardiovascolari, hanno sicuramente un rischio aumentato. A questi si aggiungono i fattori di rischio legati allo stile di vita, come ad esempio abitudine al fumo di sigaretta, ipertensione arteriosa, livelli alti di glicemia nel sangue, uno stile di vita legato a stress e una mancata attività fisica. Ci sono delle linee guida che fanno una vera e propria stratificazione del rischio del singolo soggetto e prevedono delle raccomandazioni.
Quali abitudini si possono modificare per ridurre il rischio cardiovascolare?
La prevenzione è fondamentale per ridurre l'incidenza e lo sviluppo di questo tipo di malattie: la prevenzione primaria, attraverso, ad esempio, uno stile di vita corretto come l'astensione dal fumo, un regime alimentare vario e adeguato, una adeguata attività fisica, sono elementi che possono ridurre il rischio cardiovascolare, insieme al controllo del peso corporeo e a un assetto lipidico corretto.
La prevenzione può davvero essere utile? Serve a tutte le età?
La prevenzione è direttamente correlata all'età, per questo occorre iniziare prima che si manifesti la malattia; quando la malattia si manifesta, è importante effettuare uno screening perché purtroppo alcune delle malattie vascolari sono silenti e non danno sintomi fino a quando non compaiono delle complicanze. Questo significa che, se non interveniamo con delle indagini diagnostiche strumentali come un banale esame ecografico, non avremo mai la percezione di avere una patologia che può portare a vere e proprie malattie vascolari. Lo screening serve per fare una diagnosi precoce e seguire, a seconda di quello che emerge dall'esame, un approccio conservativo o, quando indicato, un trattamento vero e proprio per ridurre il rischio delle complicanze.
Ci sono dei sintomi che segnalano la cattiva circolazione?
Ci sono malattie che non danno sintomi e altre che invece si manifestano clinicamente come per esempio l'arteriopatia degli arti inferiori: in questo caso, il paziente cammina e dopo un certo percorso di marcia accusa un dolore generalmente al polpaccio o alla coscia che impone l'interruzione della marcia, questo è il sintomo dell'arteriopatia periferica; le altre malattie, come per esempio la stenosi carotidea, possono determinare un ictus senza nessun sintomo.
Ci possono essere dei campanelli d'allarme, come per esempio in caso di attacco ischemico transitorio a livello della placca carotidea, ma non è sempre detto che questo avvenga.
Quando è necessario rivolgersi al chirurgo vascolare?
È bene rivolgersi al chirurgo vascolare quando ci sono delle chiare indicazioni all'intervento: oggi la chirurgia vascolare è sempre più tecnologica ed evoluta grazie all'integrazione con le tecnologie che intervengono in tutte le fasi della gestione della malattia, anche in quella non propriamente interventistica. Le tecniche mini invasive hanno ridotto l'invasività del trattamento attraverso la possibilità di effettuare interventi per via endovascolare, quindi senza tagli e senza cicatrici, ma anche di intervenire e trattare la patologia anche in pazienti in età più avanzata o con altri fattori di rischio che magari prima in passato non venivano presi in considerazione per l’intervento. Con la tecnologia e l’expertise oggi a disposizione, è possibile formulare una diagnosi sempre più precisa ed effettuare una terapia quasi sartoriale su ogni singolo caso.
Italo Porto, professore ordinario Malattie dell'apparato cardiovascolare e direttore UOC Cardiologia Policlinico San Martino
Cosa sono gli attacchi cardiaci e come si manifestano?
Sono comunemente noti con il nome di infarto e sono delle manifestazioni acute della patologia coronarica ovvero delle problematiche delle coronarie del cuore; possono manifestarsi in modo variabile attraverso sudorazione, nausea anche se la caratteristica più tipica è il dolore o un peso che si irradia tipicamente alle braccia, ancora più frequentemente alla parte laterale del braccio sinistro. La manifestazione può essere molto variabile e può produrre un danno al muscolo cardiaco più o meno grande, a seconda della grandezza dell’infarto. L'attacco cardiaco può essere complicato da aritmia, quindi da una specie di corto circuito dell'attività elettrica cardiaca. L'attacco cardiaco, purtroppo, è una delle prime cause di morte in Italia.
Tutti possono averli? È diverso da uomo a donna?
Tutti possono avere un attacco cardiaco anche se è molto più frequente con l'aumentare dell’età e molto raro in età giovanile, il sesso femminile è generalmente più protetto dalla incrostazione aterosclerotica dei vasi prodotta da un accumulo di grassi all'interno della parete arteriosa. L’ attacco cardiaco può colpire anche le donne giovani e quelle in gravidanza, ma si tratta di un fenomeno raro.
Anche gli adolescenti dovrebbero essere tenuti sotto controllo?
Certamente anche gli adolescenti devono essere tenuti sotto controllo, in termini di popolazione anche i bambini, attraverso una valutazione del rischio fatta fin dall'infanzia. Oggi si parla di prevenzione primordiale che significa lungo tutto il corso della vita, da mettere in atto con semplici accorgimenti: praticare attività fisica in maniera costante e coerente lungo tutta la lunghezza della vita, prestare attenzione all’alimentazione, evitare il fumo e controllare il peso corporeo.
Come funzionano i check-up cardiovascolari?
Ci sono tante tecniche per effettuare un check-up cardiovascolare ma è bene ricordare che gli attacchi cardiaci non sono del tutto prevedibili: un check-up cardiaco serve a valutare il proprio livello di rischio, che è un rischio generale. In determinate fasi della vita, in particolare nei maschi che sono più a rischio e in quelli che approcciano la mezza età, ci sono alcune cose molto semplici da fare: tenere sotto controllo il livello dei lipidi nel sangue, eseguire un elettrocardiogramma, una visita cardiologica e, in aggiunta, si può eseguire una valutazione doppler e color doppler delle arterie carotidi e dell'aorta addominale, senza dimenticare il controllo del diabete, oggi infatti sempre più persone sono in sovrappeso e presentano un rischio aumentato. Se la valutazione medica identifica un rischio medio-alto, può essere opportuno, se prescritto dal medico o dal cardiologico di fiducia, effettuare una tac coronarica che è in grado di vedere lo stato di salute delle coronarie.
Chi ha problemi cardiovascolari può bere caffè?
La risposta sta nel buon senso, non è stato provato che il consumo di caffè aumenti il rischio cardiovascolare anzi, un consumo moderato pari a due/tre tazzine al giorno, riduce il rischio cardiovascolare ma è sempre bene fare una valutazione caso per caso.
Chi fa sport deve seguire controlli particolari?
Chi pratica sport in una società sportiva che fa parte del Coni deve essere in possesso di una visita sportiva per idoneità agonistica che viene rilasciata da un medico dello sport in strutture sia pubbliche sia private; lo stesso medico dello sport può avvalersi di un consulto cardiologico se ritenuto opportuno, per ottimizzare la stratificazione del rischio.
In generale, l'attività fisica ludico-motoria è raccomandata sostanzialmente a tutti perché non aumenta assolutamente il rischio di eventi mortali anzi, addirittura li riduce.
Informazioni e consigli utili per la salute del tuo cuore.
Malattie cardiovascolari: cosa sono
Prevenzione cardiovascolare e stili di vita
La prevenzione per fasce di età
Patologie cardiovascolari: cosa si intende per rischio aumentato
Donatori di sangue e prevenzione cardiovascolare
Quanta attività fisica occorre praticare?
Malattie cardiovascolari: cosa sono
Le malattie cardiovascolari sono un gruppo di patologie che colpiscono il cuore e/o i vasi sanguigni (arterie e vene). Si dividono in due macro-aree:
- congenite, se presenti dalla nascita
- acquisite, quando insorgono successivamente.
I fattori di rishio
Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nel mondo occidentale e la principale causa della loro insorgenza è riconducibile a più fattori di rischio: età, sesso, aumento della pressione arteriosa, abitudine al fumo di sigaretta, diabete, colesterolo alto.
I fattori di rischio cardiovascolare sono caratteristiche che aumentano la probabilità di insorgenza della malattia ma possono essere suddivisi in non modificabili e modificabili.
I fattori non modificabili sono:
- età: il rischio aumenta progressivamente con l'avanzare dell'età
- sesso maschile: gli uomini sono più a rischio delle donne. Nella donna il rischio aumenta sensibilmente dopo la menopausa
- familiarità: parenti con eventi cardiovascolari in età giovanile (meno di 55 anni negli uomini e di 65 nelle donne).
I fattori di rischio modificabili attraverso un corretto stile di vita o mediante assunzione di farmaci, se prescritti dal medico, sono:
- fumo: la nicotina accelera il battito cardiaco. Il monossido di carbonio diminuisce la quantità di ossigeno presente nel sangue e favorisce lo sviluppo dell’aterosclerosi, mediante la degenerazione della parete delle arterie, che perdono la propria elasticità.
- pressione arteriosa: una pressione arteriosa elevata costringe il cuore a un superlavoro e accelera la formazione di aterosclerosi nelle pareti delle arterie.
- colesterolemia totale: il colesterolo, normalmente presente nell’organismo, può trovarsi in quantità eccessive nel sangue. Maggiore è la sua quantità, più alto è il rischio che si depositi nelle pareti delle arterie.
- HDL- colesterolemia o "colesterolo buono": le HDL sono lipoproteine che trasportano il colesterolo in eccesso dai tessuti al fegato dove viene eliminato; minore è la loro quantità, maggiore è il rischio cardiovascolare.
- diabete: il diabete, se non correttamente controllato, aumenta il rischio cardiovascolare.
Prevenzione cardiovascolare e stili di vita
Il rischio che ogni persona ha di sviluppare la malattia cardiovascolare dipende dall’entità dei fattori di rischio; il rischio è continuo e aumenta con l’avanzare dell’età, pertanto non esiste un di rischio nullo. Tuttavia, è possibile ridurre il rischio cardiovascolare o mantenerlo a livello favorevole, abbassando il livello dei fattori modificabili attraverso lo stile di vita sano.
La prevenzione cardiovascolare si rivolge a soggetti non affetti da malattie cardiache e si basa principalmente sulla correzione dello stile di vita, comprendendo buone abitudini alimentari, un’adeguata attività fisica, senza dimenticare una buona igiene del sonno e la riduzione dei fattori stressanti.
Smettere di fumare
Il fumo, dopo l’età, è il fattore più importante nell’aumento del rischio cardiovascolare. Già dopo pochi anni dall’aver smesso, il rischio cardiovascolare si riduce in modo rilevante. È dannoso sia il fumo attivo sia quello passivo.
Seguire una sana alimentazione
Un’alimentazione varia che prevede un regolare consumo di pesce (almeno 2 volte alla settimana), un limitato consumo di grassi saturi (carne, burro, formaggi, latte intero), povera di sodio contenuto nel sale e ricca di fibre (verdura, frutta, legumi) mantiene a un livello favorevole la colesterolemia e la pressione arteriosa.
Svolgere attività fisica
L’esercizio fisico regolare rafforza il cuore e migliora la circolazione del sangue. Non è necessario fare sport o svolgere attività particolarmente faticose: è sufficiente camminare per 30 minuti al giorno e, se possibile, salire le scale a piedi.
Controllare il peso
Il peso è strettamente collegato al tipo di alimentazione e all’attività fisica svolta: il giusto peso deriva dal giusto equilibrio tra le calorie introdotte con l’alimentazione e quelle spese con l’attività fisica.
La prevenzione per fasce di età
Bambino (da 0 a 11 anni) e adolescente (dai 12 ai 18 anni)
L’adozione fin dalla nascita di sani stili di vita è una delle azioni più importanti per prevenire le malattie cardiovascolari di origine aterosclerotica (CVD) e, più in generale, le malattie croniche non trasmissibili, migliorando così l’aspettativa di vita in buona salute.
Le raccomandazioni principali per questa fascia di età sono:
- praticare regolarmente un’attività fisica adeguata
- seguire una sana alimentazione
- prevenire il sovrappeso e l’obesità
- proteggere durata e qualità del sonno
- evitare il consumo di alcol
- non fumare
- smettere di consumare qualsiasi prodotto del tabacco
- evitare l’esposizione al fumo passivo
- evitare l’assunzione di droghe.
Giovane adulto (dai 19 ai 29 anni)
Nella fascia di età compresa tra i 19 e i 29 anni è fondamentale promuovere sani stili di vita, anche al fine di evitare che si strutturino eventuali comportamenti non salutari che possono condizionare la futura comparsa di malattie cardiovascolari.
Alcune raccomandazioni specifiche per questa fascia di età:
- non fumare, smettere di consumare qualsiasi prodotto del tabacco ed evitare l’esposizione al fumo passivo
- praticare regolarmente un’attività fisica adeguata
- evitare il consumo rischioso e dannoso di alcol
- mantenere/perseguire un peso corporeo ottimale
- evitare l’assunzione di droghe.
Adulto (dai 30 ai 65 anni)
Se tra i 19 e i 29 anni è sufficiente, nella maggior parte dei casi, promuovere uno stile di vita sano, tra i 30 e i 65 anni è necessario intervenire non solo con la promozione di stili di vita salutari, ma anche con la precoce identificazione e l’adeguato trattamento dei fattori di rischio la cui prevalenza aumenta in questa epoca della vita, quali ipertensione, diabete mellito e dislipidemie (alterazioni della quantità di grassi nel sangue, in particolare trigliceridi e colesterolo).
Per questo, oltre ad adottare sani e corretti stili di vita, è opportuno prevedere il controllo periodico della pressione arteriosa, della glicemia e della lipidemia.
Anziano (oltre i 65 anni)
Nell’anziano i classici fattori di rischio modificabili possono avere un impatto diverso rispetto al giovane e la probabilità di ammalarsi può dipendere anche da altre condizioni. I principali fattori di rischio cardiovascolare nell’anziano sono: l’età, il consumo di tabacco, la scarsa attività fisica/inattività fisica, il consumo rischioso e dannoso di alcol, la scorretta alimentazione, l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, la fibrillazione atriale e bradiaritmie silenti, la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), la terapia ormonale sostitutiva.
Gli anziani con uno o più fattori di rischio modificabili, devono rivolgersi al proprio medico per capire quali azioni di prevenzione primaria possono essere messe in atto: la prevenzione è efficace a qualunque età, in quanto il rischio cardiovascolare è un fattore in parte modificabile.
Patologie cardiovascolari: cosa si intende per rischio aumentato
La degenerazione aterosclerotica e il conseguente restringimento delle arterie (stenosi), favorita da fattori predisponenti non modificabili come età avanzata, sesso maschile e familiarità e fattori modificabili, tra i quali il fumo di sigaretta è il più importante, coinvolge tutti i distretti arteriosi principali, dalle coronarie, le arterie che portano il sangue al cuore, alle carotidi, le arterie che portano il sangue all’encefalo, sino all’aorta e le sue diramazioni che portano il sangue ai visceri e agli arti.
Qualora il restringimento di queste arterie fosse significativo (nel caso di una lenta progressione) o improvviso si va incontro a ischemia (mancanza di ossigeno) degli organi che ricevono il sangue (cuore, cervello, intestino, arti inferiori) che se protratta può portare alla necrosi (morte cellulare) di alcune aree di questi organi e potenzialmente anche alla morte del paziente.
Dobbiamo poi ricordare che c’è una significativa sovrapposizione tra i fattori di rischio che portano all’aterosclerosi e la formazione di aneurismi: gli aneurismi a differenza delle stenosi si presentano con la dilatazione delle arterie che può essere progressiva, e silente nella maggior parte dei casi, sino ad arrivare a una rottura dell’aneurisma che può risultare spesso fatale.
Per questi motivi la prevenzione deve essere parte integrante della nostra vita. Ma è davvero così necessaria?
Sì, perché previene eventi fatali, riduce le ospedalizzazioni e riduce i costi del SSN. Ed è fondamentale soprattutto in chi presenta un rischio aumentato: soggetti fumatori, o che siano in sovrappeso o affetti da obesità, o che conducano stili di vita stressanti o sedentari. Inoltre, in alcuni casi, mantenere un’alimentazione corretta e varia, non fumare, fare attività fisica non è sufficiente, ed è quindi altrettanto importante anche l’aderenza alle terapie mediche per tenere sotto controllo alcuni dei comuni fattori di rischio modificabili (ipertensione, ipercolesterolemia, glicemia).
Donatori di sangue e prevenzione cardiovascolare: il progetto pilota del Policlinico San Martino
In Liguria dal 1° luglio 2022 è stato avviato il progetto pilota di prevenzione cardiovascolare sui donatori di sangue presso l’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, a dimostrazione del riconoscimento del ruolo strategico dei donatori di cui si vuole tutelare la salute.
A chi è rivolto: a tutti i donatori e alle donatrici di età superiore a 40 anni.
In cosa consiste: il medico responsabile della selezione del donatore valuta, durante la visita pre-donazione, in tutti i donatori/donatrici di età compresa tra i 40 e i 69, i fattori di rischio cardiovascolare (età, sesso, tabagismo, valori di pressione arteriosa sistolica, valori di colesterolo totale e HDL). Tali fattori di rischio, inseriti in specifiche scale di rischio, permettono di inserire i donatori in classi di rischio cardiovascolare.
Cosa succede se il donatore ha un rischio aumentato: i donatori di età <50 con rischio>=7.5% e i donatori di età compresa tra i 50 e 65 anni, con rischio >=10% vengono riferiti alla U.O. Cardiologia/Chirurgia vascolare per ulteriori approfondimenti (ecodoppler TSA, aorta addominale, iliache).
Ai donatori vengono anche fornite indicazioni circa l’ottimizzazione dello stile di vita, in particolare riguardo l’attività fisica, l’alimentazione e il consumo di alcol, la sana alimentazione, il controllo del peso corporeo.
Tutti i donatori vengono inseriti in un database e rivalutati in base agli stessi parametri a 6 mesi e a 12 mesi, in modo da poter stimare la variazione del rischio cardiovascolare nel tempo e da poter avviare ad ulteriori approfondimenti quei donatori che in qualunque momento dello studio dovessero rientrare in una classe di rischio maggiore.
Quanta attività fisica occorre praticare?
L’OMS ha definito i livelli di attività fisica raccomandati per tre gruppi di età: giovani (5-17 anni), adulti (18-64 anni) e anziani (over-65 anni):
- per bambini e ragazzi (5-17 anni): almeno 60 minuti al giorno di attività moderata-vigorosa, includendo almeno 3 volte alla settimana esercizi per la forza, che possono consistere in giochi di movimento o attività sportive
- per gli adulti (18-64 anni): almeno 150 minuti alla settimana di attività moderata o 75 minuti di attività vigorosa (o combinazioni equivalenti delle due) alla settimana
- per gli anziani (≥65 anni): le indicazioni sono le stesse degli adulti, con l’avvertenza di svolgere anche attività orientate all’equilibrio per prevenire le cadute.
Chi non ha la possibilità di seguire in pieno le raccomandazioni, deve fare attività fisica almeno 3 volte alla settimana e adottare uno stile di vita attivo adeguato alle proprie condizioni.
Fonti
Progetti principalmente orientati allo sviluppo delle competenze per la vita (Life Skills) e peer education.
PROGETTO | SCUOLA INFANZIA | SCUOLA PRIMARIA | SECONDARIA I GRADO |
SECONDARIA II GRADO |
AREA |
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Infanzia a colori | ● | ● | Imperia Savona Genova Tigullio La Spezia |
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OKKIO ALLE 3 A (Alimentazione, Attività motoria & Abitudini) | ● | ● | Imperia Savona Genova Tigullio La Spezia |
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PEDIBUS | ● | Imperia Savona Genova Tigullio La Spezia |
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Life Skills in affettività e sessualità nella scuola primaria | ● | Imperia Savona Genova Tigullio La Spezia |
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Diario della salute (classi II) | ● | Imperia Savona Genova Tigullio La Spezia |
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Life Skills in affettività e sessualità (classi III) | ● | Imperia Savona Genova Tigullio La Spezia |
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Prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare | ● | ● | Imperia Savona Genova Tigullio La Spezia |
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Paesaggi di prevenzione (prioritariamente classi II) | ● | ● | Imperia Savona Genova Tigullio La Spezia |
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UNPLUGGED | ● | ● | Imperia Savona Genova Tigullio La Spezia |
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Peer Education | ● | ● | Imperia Savona Genova Tigullio La Spezia |
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Rete senza fili | ● | Imperia Savona Genova Tigullio La Spezia |