È stato approvato, con DGR n. 724 del 2024, in Giunta il protocollo, tra Regione Liguria, Alisa e Ufficio scolastico Regionale, per la somministrazione dei farmaci a scuola.
L'obiettivo è quello di garantire l'assistenza agli studenti che necessitano di somministrazione farmaci in orario scolastico, al fine di tutelarne il diritto allo studio, la salute e il benessere all'interno della struttura scolastica. In linea con quanto persegue il Programma Scuola che Promuove Salute inserito nel Piano Nazionale di Prevenzione e declinato nel relativo Piano Regionale di Prevenzione, nell’ambito dell’approccio globale alla salute.
Il protocollo ha quindi lo scopo di soddisfare la necessità di agire sinergicamente con tutti gli operatori coinvolti, mediante la definizione di un'organizzazione chiara, la strutturazione di un percorso tempestivo e omogeneo che consenta l'ottimizzazione della presa in carico su tutto il territorio ligure nelle scuole dell'infanzia, primarie, secondarie di I e II grado.
La somministrazione di farmaci verrà effettuata sulla base delle attestazioni specifiche rilasciate dal servizio competente della Asl o da struttura convenzionata o da centro specialistico e non dovrà richiedere il possesso di competenze specialistiche da parte del personale scolastico.
Si distinguono due condizioni:
- gestione di manifestazione acuta correlata a patologia cronica nota che richieda interventi immediati (procedure, somministrazione di farmaci/terapie in condizioni di potenziale emergenza/acuzie). Ad esempio: crisi epilettiche, crisi asmatica, crisi allergica/reazione anafilattica, crisi ipoglicemica
- continuità terapeutica intesa come terapia programmata e improrogabile per il trattamento di una patologia cronica, ovvero una patologia che non guarisce e richiede terapie di mantenimento. Ad esempio: terapie in alunni affetti da diabete tipo I, terapie in alunni affetti da asma bronchiale, terapie/trattamenti necessari in alunni con malattie metaboliche, malattie rare o comunque condizioni cliniche meno frequenti.
In termini generali la somministrazione di farmaci/diete/utilizzo di dispositivi richiede procedure che coinvolgono l'alunno e la famiglia, il medico o la struttura specialistica di riferimento, l'istituto scolastico, le associazioni pazienti.
Il Protocollo somministrazione farmaci a scuola, predisposto in collaborazione con il tavolo regionale Programma Predefinito 1 Scuole che promuovono salute, che ha visto la collaborazione di Regione, Ufficio Scolastico Regionale, A.Li.Sa, le Asl e l’Ospedale Gaslini, quale Hub regionale di pediatria, è da intendersi - unitamente agli allegati - quale unico riferimento regionale in materia di somministrazione farmaci in ambiente scolastico. Lo stesso è stato trasmesso a tutte le scuole a seguito della sottoscrizione tra le parti.
Documenti
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31 Ottobre 2024
Protocollo per la somministrazione di farmaci a scuola
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31 Ottobre 2024
Allegato 1
Attestazione di medico/struttura sanitaria per la somministrazione di farmaci indispensabili in ambito scolastico
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31 Ottobre 2024
Allegato 2
Attestazione di somministrazione farmaci genitori/esercenti responsabilità genitoriale in ambito scolastico
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31 Ottobre 2024
Allegato 3
Piano di intervento personalizzato (PIP)
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31 Ottobre 2024
Allegato 4
Attestato di consegna alla scuola del farmaco salvavita/indispensabile da somministrare all’alunno/a
Oltre al nuovo sistema informatizzato di sorveglianza delle malattie infettive del Ministero della Salute - PREMAL, esistono altre componenti del sistema di sorveglianza delle malattie infettive, istituiti presso l’Istituto Superiore di Sanità Decreto del presidente del consiglio dei ministri 3 marzo 2017 (GU Serie Generale n.109 del 12-05-2017).
Sistema di sorveglianza HIV/AIDS
Il Centro operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità dal 1984 raccoglie i dati relativi alle notifiche di AIDS e dal 2008 raccoglie anche i dati delle nuove diagnosi di infezione da HIV, questi ultimi dal 2012 sono a copertura nazionale., pubblicando periodici aggiornamenti riportando i dati sulle nuove diagnosi di infezione da HIV e sui casi di AIDS segnalati in Italia aggiornati a dicembre dell’ultimo anno.
Sistema di sorveglianza della paralisi flaccida acuta
L'Italia, pur essendo stata ufficialmente certificata "polio-free" il 21 giugno 2002, è un Paese libero dalla polio fin dagli anni '80 (l'ultimo caso autoctono si è manifestato nel 1982 e gli ultimi casi importati nel 1984- dall’Iran e nel 1988 dall’India).
La ricomparsa della malattia, tuttavia, è sempre possibile, fintanto che ci saranno zone del mondo in cui la malattia è presente e diffusa. Resta pertanto attiva la sorveglianza dei casi di paralisi flaccida acuta (PFA), una delle complicanze più gravi della poliomielite. La sorveglianza viene attuata in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità e consente l’individuazione e la notifica di tutti i casi di PFA, dovuti a qualsiasi eziologia, in soggetti di età inferiore a 15 anni, e di ogni caso di sospetta poliomielite in persone di tutte le età.
In Italia, la sorveglianza delle PFA viene condotta dal 1995 e dal 1997 sono stati istituiti i Centri di riferimento (Aggiornamento con Circolare Ministeriale n. 4114 del 8 febbraio 2018) che, in collaborazione con il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità, assicurano un buon indice di sorveglianza.
Tale sistema di sorveglianza permette di rilevare tempestivamente l’eventuale presenza di poliovirus.
Le segnalazioni vanno inoltrate compilando le Schede sorveglianza PFA.
Sistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta (SEIEVA)
La sorveglianza delle epatiti acute (SEIEVA - Sistema epidemiologico integrato delle epatiti virali acute), è coordinata dal Centro nazionale per la Salute globale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e affianca, integrandolo, il sistema informatizzato PREMAL. Le informazioni provenienti dai questionari epidemiologici SEIEVA consentono, infatti, una più approfondita conoscenza dell’epidemiologia dell’epatite a livello nazionale, anche attraverso la comprensione e la stima del contributo relativo dei diversi fattori di rischio associati. Ciò contribuisce alla definizione delle misure preventive da intraprendere e al monitoraggio degli effetti dei diversi programmi di prevenzione.
Per approfondire:
- SEIEVA (Sistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta)
- Sorveglianza SEIEVA
- Protocollo SEIEVA
- bollettino periodico SEIEVA
Sistema di sorveglianza delle Malattie Batteriche Invasive
Le malattie batteriche invasive (meningiti, sepsi, polmoniti batteriemiche e altri quadri clinici con isolamento di batteri da siti normalmente sterili) sono caratterizzate da una elevata frequenza di gravi complicanze e mortalità. Poiché sono disponibili vaccinazioni in grado di prevenire una quota consistente di tali malattie è importante monitorare la loro diffusione e caratterizzare esattamente i patogeni che le causano.
In Italia la sorveglianza nazionale delle malattie batteriche invasive (MaBI) è stata attivata nel 2007 ed è coordinata dal Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. Essa richiede la segnalazione di tutti i casi di malattia invasiva da Neisseria meningitidis, Streptococcus pneumoniae e Haemophilus influenzae, che include anche le meningiti batteriche da altri agenti patogeni, estendendo il preesistente monitoraggio delle sole meningiti alle altre patologie invasive.
Gli obiettivi del sistema di sorveglianza sono:
- Monitorare l’andamento temporale e geografico dei casi
- Descrivere la frequenza dei casi per agente patogeno, regione e fascia di età
- Descrivere la distribuzione dei sierogruppi/sierotipi circolanti
- Stimare la quota di queste infezioni invasive prevenibili da vaccino
- Valutare i casi di fallimento vaccinale.
Inoltre, si intende promuovere il miglioramento della diagnosi microbiologica e la tipizzazione molecolare di N. meningitidis, di S. pneumoniae e di H. influenzae per una stima più precisa della quota prevenibile con vaccinazione.
Ogni caso di malattia batterica invasiva con conferma microbiologica deve essere notificato dall’operatore sanitario che pone la diagnosi al Servizio di Igiene Pubblica secondo le indicazioni del Ministero della Salute e le modalità previste a livello regionale. Il caso così notificato può essere poi segnalato al sistema di sorveglianza MaBI: le informazioni relative al paziente, al quadro clinico e alla diagnosi eziologica vengono inserite dal personale autorizzato della regione/P.A. nella piattaforma MaBI attraverso l’url https://mabi.iss.it/, mediante compilazione della scheda elettronica di segnalazione prevista per l’agente eziologico del caso.
La stessa piattaforma prevede inoltre la notifica delle altre MaBI elencate:
- Enterococcus Faecalis
- Escherichia coli
- Klebsiella pneumoniae
- Klebsiella spp
- Leptospira spp
- Listeria monocytogenes
- Mycobacterium tubercolisis
- Pseudomonas aeruginosa
- Staphylococcus aureus
- Staphylococcus capitis
- Streptococcus agalactiae (Streptococco di gruppo B)
- Streptococcus pyogenes (Streptococco di gruppo A)
- Meningite batterica da agente non specificato
- Altri agenti
Per approfondire:
- Epicentro Sorveglianza Malattie Batteriche Invasive (MaBI)
- Protocollo per la sorveglianza nazionale delle malattie batteriche invasive (vers. 21-03-2022)
Sistema di sorveglianza integrata del morbillo e rosolia, inclusa la Rosolia congenita e in gravidanza
Il sistema di sorveglianza nasce in Italia nel 2007 come sistema di sorveglianza speciale del morbillo, in accordo con le indicazioni contenute nel Piano nazionale per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita 2003-2007.
ll 23 marzo 2011 è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il nuovo Piano per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita (PNEMoRc) 2010-2015 che, in linea con gli obiettivi generali della Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha fissato per il 2015:
- l’eliminazione dei casi di morbillo endemico
- l’eliminazione dei casi di rosolia endemica
- la riduzione dell’incidenza dei casi di rosolia congenita a <1 caso ogni 100.000 nati vivi
Accanto alle misure mirate ad incrementare le coperture vaccinali nei confronti di morbillo, parotite e rosolia (MPR), la stessa Circolare sottolinea l’importanza della sorveglianza per raggiungere gli obiettivi di eliminazione.
Dal 2013 il sistema di sorveglianza speciale del morbillo evolve nel sistema di sorveglianza integrata morbillo-rosolia, in quanto sia morbillo che rosolia colpiscono le stesse fasce di età, hanno una sintomatologia simile e possono essere difficili da distinguere su base clinica (ultimo aggiornamento con Circolare 12 novembre 2018) .
Per approfondire:
- Sorveglianza integrata morbillo e rosolia
- Il bollettino della sorveglianza integrata morbillo-rosolia
Sistema nazionale di sorveglianza delle arbovirosi
Le arbovirosi sono malattie causate da virus trasmessi da vettori (per esempio, zanzare, zecche e flebotomi) tramite morso/puntura. Interessano sia l’uomo che gli animali. Gli “arbovirus” appartengono a diversi generi, tra i quali, Alphavirus, Flavivirus, Bunyavirus e Phlebovirus. In Italia, gli arbovirus possono essere causa di infezioni sia importate sia autoctone e possono causare malattie con presentazioni cliniche diverse. Per questo motivo, le arbovirosi devono essere considerate nella diagnosi differenziale in caso di storia di viaggio all’estero o in presenza di nota diffusione sul territorio nazionale.
In Italia, alcune arbovirosi sono soggette a sorveglianza speciale: Chikungunya, Dengue, Zika, West Nile, Usutu, Encefalite da zecca (TBE) e le infezioni neuro-invasive da virus Toscana.
Le attività di sorveglianza integrata delle arbovirosi in Italia sono coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e, nel caso delle sorveglianze dei virus West Nile e Usutu, dall’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise (Izs-AM).
La sorveglianza epidemiologica integrata (umana, animale ed entomologica) è regolata dal “Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025” sottoscritta dalla Conferenza Stato, Regioni e Province autonome il 15 gennaio 2020.
Le attività di sorveglianza dei casi umani, importati e autoctoni, si attuano per tutto l’anno su tutto il territorio nazionale e, dai primi di maggio a tutto novembre, in tutte le Regioni nelle quali sia stata identificata un’area endemica. Il sistema di segnalazione raccoglie inoltre le positività per WNV rilevate nei donatori di sangue, emoderivati e di organi, tessuti e cellule, finalizzati all’applicazione delle specifiche misure preventive sul territorio nazionale.
Il Dipartimento di Malattie infettive dell’ISS, con il coordinamento dell’Ufficio V della Direzione Generale della Prevenzione del Ministero della Salute e in collaborazione con il Centro studi malattie esotiche (CESME) dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise “Giuseppe Caporale” (IZS Teramo), pubblica i dati del sistema di sorveglianza in un bollettino periodico.
Documenti utili:
- Scheda segnalazione WN e USUTU
- Scheda segnalazione altre arbovirosi (escluse WN e USUTU)
- Scheda per la segnalazione e il follow-up di un caso di infezione da virus Zika in gravidanza
Per approfondire:
Sistema di sorveglianza dell’influenza
Sorveglianza integrata dei virus respiratori - RespiVirNet
Il sistema di sorveglianza RespiVirNet (precedentemente nominato InfluNet), coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, si basa su una rete di medici sentinella costituita da medici di Medicina Generale (MMG) e di Pediatri di Libera scelta (PLS), reclutati dalle Regioni, che segnalano i casi di sindrome simil influenzale (ILI) osservati tra i loro assistiti, attraverso la compilazione settimanale del portale dedicato. I medici sentinella ed altri medici operanti nel territorio e negli ospedali collaborano inoltre alla raccolta di campioni biologici per l’identificazione di virus circolanti.
Le indagini virologiche sui campioni biologici raccolti vengono eseguite dai Laboratori facenti parte della Rete InfluNet e dal Centro Nazionale per l’Influenza (NIC) dell’ISS. Il NIC provvede all’elaborazione dei dati virologici a livello nazionale e produce un rapporto settimanale, che viene pubblicato sul sito internet del Ministero della Salute.
Il NIC fa parte della rete internazionale dei laboratori coordinati dall’OMS e della rete europea coordinata dal Centro Europeo di Prevenzione e Controllo delle Malattie (ECDC).
Per approfondire:
- RespiVirNet
- Portale della sorveglianza RespiVirNet
- Rapporto della sorveglianza integrata dei virus respiratori
- Bollettini periodici
Monitoraggio dell’andamento delle forme gravi e complicate di influenza confermate in laboratorio
Dalla stagione pandemica 2009-2010 è attiva in Italia la sorveglianza dei casi gravi e complicati di influenza confermata con l’obiettivo di raccogliere informazioni sulle forme gravi e sui decessi, per meglio conoscere l'epidemiologia delle forme gravi nel nostro Paese, anche in termini di possibili fattori di rischio e cambiamenti nel corso dell'epidemia influenzale.
Da allora, la sorveglianza viene mantenuta attiva ed è disciplinata da periodica Circolare Ministeriale.
Per forme gravi e complicate di influenza confermata si intendono:
- tutte le forme gravi di infezione respiratoria acuta (SARI) ricoverate in Unità di Terapia Intensiva (UTI) e/o che necessitano del ricorso alla terapia in ECMO (Extra Corporeal Membrane Oxygenation), in cui sia stata confermata la presenza di un tipo/sottotipo di virus influenzale
- tutte le sindromi da distress respiratorio acuto (ARDS) ricoverate in terapia intensiva e/o che necessitano del ricorso alla terapia in ECMO, in cui sia stata confermata la presenza di un tipo/sottotipo di virus influenzale.
Le infezioni confermate da virus influenzale che rispondono alla definizione di caso sopra descritta devono essere segnalate, tramite apposita Scheda di notifica, ad A.Li.Sa. (
Per approfondire: Monitoraggio delle forme gravi e complicate
Sorveglianza Infezioni sessualmente trasmesse
Il Ministero della Salute raccoglie le informazioni sulla diffusione di alcune infezioni sessualmente trasmesse (IST): gonorrea, sifilide e pediculosi del pube, soggette a notifica obbligatoria. Per quanto riguarda le altre IST, sono stati attivati due sistemi di sorveglianza sentinella, coordinati dal Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità:
- la sorveglianza clinica, attiva dal 1991, che si basa su centri clinici altamente specializzati nella diagnosi e cura delle IST e che riporta le nuove diagnosi di IST in pazienti sintomatici
- la sorveglianza di laboratorio, attiva dal 2009, che si basa su laboratori di microbiologia clinica che segnalano i nuovi casi di infezione da Chlamydia trachomatis, da Trichomonas vaginalis e da Neisseria gonorrhoeae in persone che si sottopongono a test di laboratorio per una o più di queste infezioni, a prescindere dalla presenza di sintomi specifici.
Per approfondire:
Sorveglianza della legionellosi
La legionellosi, spesso indicata anche come malattia dei legionari, è una forma di polmonite interstiziale che viene solitamente acquisita tramite inalazione di aerosol di acqua contaminata da batteri appartenenti al genere Legionella (es. generato da docce, nebulizzatori, vasche idromassaggio o torri di raffreddamento per impianti di climatizzazione, fontane, apparecchiature per terapia respiratoria).
È una malattia con obbligo di notifica e in Italia, a partire dal 1983, è attivo un sistema di sorveglianza che raccoglie informazioni specifiche relativamente alla possibile fonte di infezione, al quadro clinico e all'accertamento eziologico di ogni caso.
Il medico che pone la diagnosi di legionellosi ha l’obbligo di compilare la Scheda di sorveglianza, inviandola alla ASL di competenza e al Dipartimento di Malattie Infettive dell’ISS entro 48 ore.
L’obiettivo della sorveglianza nazionale della legionellosi è quello di valutare le esposizioni a rischio per ogni caso individuato e segnalarle alle ASL di competenza affinché attuino gli interventi di controllo ritenuti necessari.
Le ultime Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi sono state approvate in Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 7 maggio 2015, aggiornando e integrando tutte le indicazioni riportate nelle precedenti linee guida nazionali e normative: ‘Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi’, pubblicate in G.U. del 5 maggio 2000; “Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-recettive e termali” e “Linee guida recanti indicazioni ai laboratori con attività di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della legionellosi” (G.U. n 28 del 4 Febbraio 2005 e G.U. n 29 del 5 Febbraio 2005).
L’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) raccomanda di mettere in atto adeguate misure di controllo degli impianti idraulici per prevenire i casi di legionellosi nelle strutture di ricezione turistica, negli ospedali, nelle strutture sanitarie di lunga degenza o in altri contesti in cui possano essere esposti ampi gruppi di popolazione anche ad alto rischio.
Dal 1986 è attivo un programma di sorveglianza internazionale della legionellosi nei viaggiatori, ELDSNet, coordinato dall’ECDC di Stoccolma, che si basa su una rete di collaboratori nominati dal Ministero della Salute dei Paesi partecipanti alla sorveglianza, che hanno il compito di raccogliere e trasmettere informazioni relative ai viaggi e alle indagini epidemiologiche ed ambientali effettuate per tutti i casi (italiani e stranieri) di legionellosi associati ai viaggi che si verificano nel loro Paese.
Il Centro di coordinamento europeo verifica l’esistenza o meno di altri casi collegati alla stessa struttura recettiva (cluster) e, in caso affermativo, notifica il caso ai collaboratori del Paese in cui è stata contratta l’infezione.
Le linee guida europee prevedono che in caso di cluster vengano inviate all’ECDC due relazioni, a distanza rispettivamente di due e sei settimane dalla notifica del cluster, che riportano le misure di controllo intraprese. In assenza di tali relazioni o se le relazioni indicano che le misure di controllo non sono soddisfacenti, l’ECDC pubblica il nome della struttura inadempiente sul suo sito web.
Per approfondire: https://www.epicentro.iss.it/legionellosi/aggiornamenti
Sistema di sorveglianza degli enterobatteri
La sorveglianza delle batteriemie da Enterobatteri produttori di carbapenemasi (CPE) è stata istituita nel 2013 (Circolare del Ministero della Salute n. 4968 del 26/02/2013), con l’obiettivo di monitorare la diffusione e l’evoluzione di queste infezioni e sviluppare strategie di contenimento adeguate. Il protocollo della sorveglianza è stato aggiornato con una successiva Circolare del 6 dicembre 2019 (Aggiornamento delle indicazioni per la sorveglianza e il controllo delle infezioni da Enterobatteri resistenti ai carbapenemi, CRE) con l’obiettivo di migliorare l’aderenza alla sorveglianza, la qualità dei dati e la tempestività di notifica.
La sorveglianza raccoglie e analizza le segnalazioni dei casi di batteriemie da K. Pneumoniae ed E. coli resistenti ai carbapenemi e/o produttori di carbapenemasi su tutto il territorio nazionale, che devono essere notificate dagli Ospedali/Aziende ospedaliere e dalle Unità sanitarie locali al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) tramite il sistema di segnalazione online, raggiungibile al link: https://cre.iss.it/, con accesso diretto da parte delle Regioni e degli ospedali.
Per facilitare la segnalazione locale è stata approntata una scheda cartacea (Allegato 1 - CRE) equivalente a quella informatizzata, ma non è più prevista la trasmissione all’ISS del modello cartaceo, che riceve esclusivamente le segnalazioni in formato elettronico attraverso la piattaforma nazionale dedicata, contribuendo così a migliorare la completezza, l’accuratezza e la congruenza dei dati.
L’obiettivo della informatizzazione è quello di rendere più tempestiva l’analisi dei dati.
L’accesso al portale può essere richiesto anche dagli ospedali che intendano registrare direttamente le segnalazioni di caso seguendo le istruzioni riportate nell’Allegato 2 - CRE della CM n. 35470 del 6 dicembre 2019.